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Il caffè Espresso candidato a Patrimonio immateriale dell’Unesco

La notizia che il caffè espresso italiano è stato candidato a patrimonio dell’Unesco ha fatto subito il giro del mondo, perché è indubbiamente la bevanda più amata e consumata!

Una candidatura, approvata con voto unanime, avanzata dal sottosegretario alle Politiche agricole  ha confermato il ruolo che il caffè riveste nella cultura e nell’economia nazionale.

Il caffè, fonte di ispirazione per Pino Daniele  con la sua “’Na tazzulella ‘e cafè”, ma anche Fabrizio De Andrè  nella celeberrima Don Raffaè” e tanti altri cantanti.

Il caffè è presente nei romanzi, nella pubblicictà e nei film.

Alcuni spot per la televisione sono diventati iconici, come quello con l’indimenticabile Nino Manfredi mentre sostiene che “il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è?”. Infatti noi italiani siamo molto esigenti in fatto di caffè buono: fino a pochi anni fa era praticamente impossibile bere un caffè di qualità all’estero. Per fortuna adesso la situazione è migliorata e in tutto il mondo si cerca di proporre il vero espresso italiano. Si, perché il caffè italiano è l’espresso, bevuto in tazza piccola possibilmente calda.

Per noi italiani il caffè è molto più di una semplice bevanda è un vero e proprio rituale.

Il buongiorno a casa prima di cominciare la giornata o la pausa al bar con amici e colleghi.

Il caffè è anche la solidarietà espressa con il caffè sospeso, un’usanza che è nata a Napoli, ma si è presto diffusa nel mondo.

Una tradizione e una parte della cultura nazionale che ha contribuito a rendere il nostro Paese famoso in tutto il mondo.

La notizia della candidatura del caffè espresso italiano a patrimonio dell’Unesco fa bene a tutta la filiera produttiva e all’industria del caffè in Italia, ma in termini di immagine fa bene a tutto il mondo.